Il percorso di consapevolezza individuale negli ultimi giorni di qs Tzolkin mi ha regalato intuizioni ampie su di me e su come funziono e vedo, sento, percepisco la realtà.

Ad un incontro online sulla visione matriarcale della vita ho capito la radice della differenza che sento tra ciò che mi circonda (ma che non mi accerchia) e come io so che stanno le cose, dentro di me, secondo me.

L’impressione è sempre di vedere le cose da un futuro che necessita di essere dato per scontato come meta per permettere a me e a molti di ritrovare il cammino nella Sua direzione.

Si potrebbe definire il cielo in Terra se non generasse confusione.

Altre volte mi sembra che la Verità da materializzare sia indietro nel Tempo, me ne ricordo, affiora la memoria giusto in Tempo per ricordarmi che semplicemente è, al contrario del mondo virtuale che sembra si stia imponendo prepotentemente ultimamente.

All’incontro online, man mano che la ricercatrice Emma Borjigid raccontava la sua tesi del dottorato, il riassunto delle sue ricerche sulle culture matriarcali residue, sulla loro gestione dei conflitti ho visto materializzarsi in parole il mio sentire e vedere qs mondo.

Partendo dalla fine: siamo in disarmonia perchè il mondo è costruito contro la madre.

E’ esattamente ciò che afferma il computo del tempo delle 13 lune di 28 giorni, 28 come il ciclo di riproduzione femminile umano, un computo del tempo che afferma il principio di Vita.

Ora alcuni punti essenziali sulla pratica del consenso.

Un tempo la religione da re-ligere, legare insieme aveva come obiettivo rimettere insieme la parte divina, la conoscenza interiore del divino e la parte più materiale, umana, terrestre dell’Essere.

Nelle culture matriarcali qs era il senso di praticare il consenso, mettere insieme luci e ombra, confrontarsi fino ad ottenere … la Guarigione, senza vergogna e senza giudizio.
Riconoscendo semplicemente così la Vita.

Quando la Vita in tutte le sue forme è il valore culturale di riferimento la Guarigione di ogni individuo è collettiva perchè nel comunicare, nel mettersi in comunione è incluso anche l’errore, a nessuno è richiesta la perfezione.

Tutte le forme di vita, tutti i punti di vista sono sacri e necessari per creare il cerchio sacro collettivo che include tutte le forme di vita.

E se non sono tutti presenti non si può fare il cerchio.

Il conflitto non è evitato, si continua a parlarne, a discutere un problema finchè tutte le persone (si parla di clan materni, lignaggio femminile “il sangue materno è la tua gente, è la gente di appartenenza della tua anima con cui puoi essere in armonia) trovano la soluzione del problema.

Ampliare la visione: il compito dell’Aquila

Sul concetto di reincarnazione:

La reincarnazione cioè il ritorno nel corpo non è una questione individuale:
non è un anima che si reincarna con una continuità egoica.

Siamo tutti frammenti di un’anima!
Ego allargato, comunità, gruppo di anime di appartenenza, l’Umanità.

Noi stessi siamo i ns antenati.

Sento i frammenti dei vetri infranti della fragile visione new age, così comune tra chi pensa di occuparsi seriemente di spirito, cadere squillantemente a terra.
Che bella cosa quando la visione si apre al nuovo!

Sulla pratica del consenso

La pratica del consenso serve per scoprire tutte le parti della ns anima, anche quelle animali.

In qs comunità che comprende tutto non esiste violenza.

PRINCIPIO 1
SOSPENDERE IL GIUDIZIO nella pratica di comunicazione non violenta

PRINCIPIO 2
ASCOLTARE e essere pronte a cambiare opinione , essere aperte, aspettare a decidere di aver capito l’altra

PRINCIPIO 3
NON RENDERTI ALTRO DA ME
non descriverti nell’ombra: tu non sei altro da me.
I tuoi bisogni, sentimenti, impressioni, esperienze non sono meno importanti dei miei, perchè non ti rendo altro rispetto a me.
L’altro è il sè.
Quindi nelle culture della madre fare male all’altro è fare male a se stessi.

PRINCIPIO 4
PRONTA A INCONTRARTI A META’ STRADA anche sembra che l’unica possibilità sia quella che penso io.
Non impongo miei bisogni anche se sono in posizione di potere, UGUAGLIANZA

PRINCIPIO 5
PROIETTARE SOLO LUCE
sugli altri, specialmente in assenza, gli altri sono io, la parte più profonda di noi.

PRINCIPIO 6
PROTEGGERE LA VITA
l uomo non è un codardo e protegge prima la vita, la donna nutre la vita al costo di perderla.

PRINCIPIO 7
NON IMPORRE MAI le ns decisioni, opinioni sugli altri solo perchè possiamo farlo soprattutto quando la loro possibilità di sopravvivenza può essere impattata.
ESCLUDERE E’ CONDANNARE A MORTE.

In una società basata su principi materni, non sulla paura, tutti sono ugualmente importanti, la felicità di tutti è importante: se una persona è meno importante, non al sicuro o non è protetto più nessuno lo è.
Per questo c’è senso di collettività radicato nelle società indigene.
Non si può sopravvivere senza la comunità.

PRINCIPIO 8 non dire mai all’altra cosa “deve” dire o pensare o cosa dovrebbe … perchè impedisce lo sviluppo del potenziale più profondo. Lo troviamo nella storia di Aurora e la strega cattiva esclusa che maledice: il consenso è stato violato con Malefika.

PRINCIPIO 9 SEPARAZIONE CONSENSUALE: mai tagliare fuori dalla tua vita una vita a cui tu hai chiesto di entrare

La visione da realizzare è di raggiungere uno stato alla pari seduti alla fonte della vita, realizzare l’UGUAGLIANZA, solo in qs modo si possono affrontare pratiche di guarigione.

Mai può essere imposta una cura.

Se non è praticato il linguaggio del consenso si creano scompensi, una parte si ribella e e quindi si instaura un linguaggio violento più o meno consapevole.

C’è la possibilità di ritornare cuore a cuore, quando ombra e luce sono riconosciute e sviscerate, senza vergogna, senza giudizio, praticare il consenso: questo è ripristinare la connessione cuore a cuore.

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liberaMente tratto dall incontro online “pratiche di guarigione” con Emma Borjigid – Host la regista Francesca Rosati Freeman del gruppo fb Matri-Comunità – grazie per il vs lavoro!